Tanto tuonò che piovve, anche a Pompei: città degli Scavi, della Madonna e della camorra infiltrata a Palazzo De Fusco e non solo.
Questo è il teorema portato avanti dai vari enti competenti e, in ultimo, da politica locale, regionale e nazionale con decine e decine di denunce alla Prefettura, Procura, DIA e DDA e in ultimo attraverso deputati e senatori in Parlamento al ministro Piantedosi, che avrebbe sciolto le riserve dopo mesi di riflessioni e di relazioni arrivate dalla Prefettura di Napoli prima con il Prefetto Palomba e oggi con il Prefetto Di Bari anche sul “Caso Pompei” e così deciso di inviare di qui a breve un team di indagine, che dopo Castellammare di Stabia e Torre Annunziata dovrà accertare se anche nel Comune del sindaco, Carmine Lo Sapio, la camorra abbia permeato i simbolici sigilli amministrativi diventando nel tessuto sociale, democratico, addirittura più influente nell’atto di indirizzo di un politico eletto.
C’è un clima da profondo rosso a piazza Bartolo Longo e Piazzale Schettini e mentre in tanti dell’amministrazione Lo Sapio sfuggono (anche per un semplice nostro sguardo di troppo) la cosiddetta Politica di Palazzo si interroga con paura mentre dal lato dell’opposizione, il capo dell’opposizione e gli altri consiglieri comunali anche di maggioranza seduti contro l’amministrazione Lo Sapio, pregustano quei titoli di coda: mai così vicini. ‘E chest’è!