Una strada romana lastricata risalente all’era romana del 79 d.c., subito dopo l’eruzione che distrusse Pompei, domus in un borgo marinaro a via Regina Margherita dove, in una vecchia falegnameria contemporanea dove non arriva più il mare a causa della urbanizzazione e cementificazione selvaggia, continuano a risorgere dal sottosuolo pezzi, che si ricollegano direttamente a quelli già ritrovati da altri archeologi nei pressi del cantiere Eav sul binario nella stazione o di piazza Unità d’Italia dove furono tombati altri ritrovamenti.
L’intenzione della proprietà dell’area era quella di costruire un parcheggio e degli uffici, già durante la passata amministrazione, ipotesi che sembra tuttavia tramontata.
Gli archeologi e gli esperti continuano a riportare alla luce e catalogare pezzi di “Grande Stabia” nel pieno centro cittadino ma ancora nulla è stato svelato per questo tipo di intervento. Perché? Ci appelliamo alla sensibilità dell’amministrazione Vicinanza sull’argomento. ‘E chest’è!