Un boato nella notte, che ha un solo testimone oculare sulla dinamica dell’esplosione ma lo stesso testimone non avrebbe poi visto nessuno scappare in direzione Santuario di Pompei negli istanti immediatamente successivi alla deflagrazione, che ha svegliato di soprassalto gran parte del vicinato e divelto seriamente la saracinesca dello Studio Tecnico La Marca in via Lepanto.
Sul caso, che potrebbe essere un avvertimento criminale a Peppe La Marca per i trascorsi, la sua attività politica da Presidente del Consiglio che svolge ancora oggi in capo all’ente del comune di Pompei del sindaco Carmine Lo Sapio, non solo gli inquirenti dell’Arma dei Carabinieri di Pompei e della Procura di Torre Annunziata del procuratore capo, Nunzio di Fragliasso ma anche il sostituto procuratore della DDA, Giuseppe Cimmarotta, quello permise con le sue indagini ed i suoi arresti di portare allo scioglimento per infiltrazioni camorristiche i comuni di Castellammare di Stabia e Torre Annunziata.
Intanto si attendono per oggi i provvedimenti da parte del Prefetto di Napoli, Michele Di Bari, per quanto concerne l’ordine e la sicurezza della città della Madonna e degli Scavi.
La Marca, infine, ha fatto sapere agli inquirenti sul posto (intervenuti nella notte del 5 giugno anche a visionare le prime telecamere di video sorveglianza per ricostruire ed individuare dai primissimi frammenti video le due sagome in fuga) di non saperne niente e di non avere mai subito alcuna intimidazione da nessuno.